domenica 11 marzo 2012

LA PECORA CORNIGLIESE

Puff, puff, pant, pant... lo so, non sono certo l'unica ad avere problemi a far quadrare tutte le cose da fare, ma è la prima volta da quando ho aperto questo blog che non ho materialmente il tempo di venire ad aggiornarvi sui miei (scarsi, ahimè) progetti.
Oggi mi rubo dieci minuti, visto che ho deciso di buttare una manciata di riso nel minestrone e mi tocca aspettare mentre cuoce.
Volevo parlare di un progetto che mi ha segnalato un po' di tempo fa da un'amica: mi invitava a visitare la pagina dell'Associazione Arcadia e aderire al campagna per salvare la Pecora Cornigliese.
La pecora del Corniglio vive nel Parmense, zona molto più famosa per il prosciutti che per la lana. E' allevata per la sua abbondante produzione di latte, per la sua carne, ma normalmente la sua lana viene buttata in discarica... IN DISCARICA!!!
Ora, 'sta piccola pecorella è a rischio estinzione perchè latte e carne stanno perdendo valore e allevarla è un costo. 
Così nel tentativo di salvare la razza ottenuta da strani intrecci Settecenteschi, che includono anche Merinos e Arieti Bergamaschi, si muove l'Associazione Arcadia nel tentativo di dimostrare come anche la lana prodotta possa essere utilizzata.
L'invito è quello di richiedere innanzitutto una spedizione di lana gratuita (ca. 300 gr) che mi arriva pochi giorni dopo la mia adesione.
Qui la vedete già lavata, ma vi posso garantire che al suo arrivo era incredibilmente profumata di suo, uno profumo di campagna antica e di genuino.
Ha un colore naturale pieno di luce ed è incredibile se si pensa che non è trattata in nessun modo, se non con il mio balsamo per capelli normali.
Confesso che al tatto non è eccezionale: purtroppo con il tempo l'arte del trasformare correttamente questo vello in filato si è perso e quindi anche in questo senso c'è ancora molto da fare!
Le matasse sono tre e, dopo averle lavate con estrema cautela e cura, le lascio a decantare, a diffondere il loro profumo nella casa mentre cerco di decidere come utilizzarle.
Solo che mentre sono lì a pensare cosa farne, mi rendo conto che è la prima volta in vita mia che mi capita tra le mani della lana grezza.
La tentazione è forte, decido di tingere!
Non l'ho mai fatto, potrei dover buttare via tutto ma ne ho davvero voglia, le matasse naturali sono così invitanti...
Così dopo un paio di settimane di indecisione esco e vado a comprare tutto l'occorrente per l'operazione, piazzo il computer sul tavolo a questa pagina web, faccio un lungo respiro e... voilà!
Il tutto mi da grande soddisfazione e quando dalle matasse colorate escono tre gomitoli variopinti, mi rendo conto che ho fatto bene a seguire l'istinto!
Ma non è ancora finita, ora c'è da mettersi al lavoro e produrre.
Si, ma cosa? Non sono una designer, niente creatività per me. Io sono un'apina operosa, sono brava a leggere e interpretare istruzioni.
C'è uno schema che ho in coda da un annetto, oddio, volevo farlo per me. Una punta di egoismo mi porta a ripensare per un attimo... ma no, con quelle sfumature che sono riuscita ottenere mi serve un progetto che le valorizzi.
E' lo schema giusto, anche perchè è assolutamente gratuito e quindi mi sembra giusto, perchè se qualcuno volesse riprovarci almeno può farlo con uno schema a disposizione di tutti.
Lo schema è facile e intuitivo e vado avanti che è un piacere, giocano a mio favore anche 3 o 4 giorni di influenza che mi costringono a letto. Fatto sta che quando finalmente dopo questo inverno breve ma intenso il sole torna a fare capolino tra i palazzi lo scialle è pronto in tutto il suo splendore, lavato, profumato e messo in forma.
A questo punto non mi rimane che spedirlo.
Si, perchè il lavoro deve ritornare all'associazione visto che verrà esposto insieme a tutti gli altri lavori prodotti nell'ambito di una mostra che si realizzerà con il contributo della Fondazione CariParma.
E quindi è il momento ora di dire grazie a Maddalena, Antonia, Valentina e Emma che, ognuna per la propria parte, hanno fatto qualcosa perchè anche io potessi dare il mio contributo al progetto.
E prima di lasciarlo andare per la sua strada, mi concedete questa posa alla Eleonora Duse con la mia opera?