mercoledì 4 marzo 2015

IL BELLO DELLA VITA

Topolo è sereno.
Non è una cosa che dico con leggerezza, anche lui ha i suoi alti e bassi aggravati dal fatto che nonostante i suoi 9 anni scarsi ha una sensibilità che nei periodi peggiori sfocia in fragilità e che si esprime principalmente quando la sua mamma-scudo non c'è. In modo pessimo, sempre. E inaspettato, anche per lui.
Ma è dallo scorso Natale che vive in una dimensione particolarmente positiva, nell'ultimo mese poi il filotto festa di carnevale-tanti weekend con mamma-tanti bei voti a scuola-la raccolta delle figurine dei calciatori come i suoi compagni-la gita a Torino-la zia+cugina che passano la giornata con noi a Milano nei luoghi che lui sceglie-la nonna che viene a trovarci lo hanno messo in una buonissima condizione.
Si vede fuori e si vede a casa.

Perchè se è sereno accetta di crescere.
Quando si sente fragile lo rifiuta.

Crescere in questo momento per lui significa "faccio io", che non è il "faccio da solo" dei 3-5 anni che ti si incastra sempre quando hai fretta, quando non puoi permettergli di fare da solo, quando fare da solo significa che poi tu devi pulire e mettere a posto.
E' un "faccio io" a valore aggiunto.
"Ti devo guardare i compiti?" "No, mamma stai tranquilla".
"Ti aiuto a ripassare geografia?" "No no, ho già fatto" (e mi torna a casa con un "molto preparato" che lo inorgoglisce a dismisura perchè è tutto suo).
"Fede, non mi sento bene, ti dispiace se mi metto sul divano?" "No no, quando finisco di mangiare vengo a farti compagnia"e naturalmente prima di raggiungermi sparecchia.
"Io preparo la pizza, tu occupati delle borse della piscina" "Va bene, faccio anche la lavatrice?".
"Nonna, la so io la strada, non preoccuparti".

Ogni risposta così a me stringe il cuore. E' come se lo vedessi a poco a poco corrodere il vero "cordone ombelicale" che ci unisce da quando è nato.
Ma dato che il periodo è buono, spingo sull'acceleratore.
Gli ho tolto la sponda del letto (non ne aveva bisogno da mo' ma rifiutava di toglierla e il fatto che fosse montata nel lettino scoraggiava me); in cambio diventa più facile sdraiarmi accanto a lui per coccole e confidenze. E tirarlo giù dal letto la mattina!
Per attraversare la strada comanda lui, io mi fermo sul marciapiede e aspetto.
La luce prima di dormire la spegne lui quando ha finito di leggere.

E ogni tanto mi fermo ad osservarlo: chi è questo "uomino"? Che fine ha fatto il mio bambino?

Naturalmente la strada da fare è ancora lunga, ma io - che fino a ieri ero preoccupata per la sua autostima e indipendenza - comincio un po' a tirare fiato, a vedere i primi risultati di un percorso.
Intendiamoci, non è pronto ad uscire di casa anzi, in questo momento quando si pensa grande mi chiede "ma tu dove sarai?".
E continua ad avere le sue paturnie, le sue paure, la sua voglia di giocare sempre e comunque.
E continua a sorridere nel cuore della notte quando gli lascio una carezza e un bacio, proprio come faceva da neonato.
"Te ne do abbastanza di baci secondo te?" e mi sorride con la faccia di un gatto che fa le fusa.

"Slipping through my fingers all the time
I try to capture every minute
The feeling in it
Slipping through my fingers all the time
Do I really see what's in his mind
Each time I think I'm close to know it
He keeps on growing
Sometimes I wish that I could freeze the picture
And save it from the funny tricks of time"

Faccio le mie fotografie, le salvo in cloud e nell'archivio dell'anima.

P.S. C'è un motivo se non riesco a vedere "Mamma mia" più di una volta all'anno...