Non è la prima volta che ne parlo, dei miei inizi con lo yoga e della grande Tess ho già fatto menzione qui.
Quello che non ho ancora raccontato è legato alle fotografie che Tess ci fa durante la lezione, che cerco disperatamente dopo la pratica e che mi dicono tanto su di me, su come faccio yoga e sul perchè lo voglio fare.
Sicuramente, come in tutte le cose che faccio, l'incontro con le persone giuste e con l'ambiente giusto fa molto - in fin dei conti rubo un'ora di tempo libero alla mia settimana e, considerato quanto sia merce scarsa da queste parti, deve assolutamente farmi stare bene dentro e fuori - ma adesso sta diventando una cosa mia, una sfida a me stessa e ai miei limiti, una celebrazione di piccoli successi raggiunti da misurare con il millimetro, ma soprattutto ACCETTAZIONE.
Accettare sè stessi non significa rinunciare a fare di più, almeno non per me, significa essere consapevoli che la mia base di partenza è diversa e forse per questo motivo il mio cammino può essere più lento e lungo, ma non per questo meno interessante o indirizzato alla stessa meta.
E' diverso, è diversamente yoga.
Diversamente yoga è quello che vedete nella foto, è la mia posizione così poco plastica, è l'uso degli "ausilii" che mi permettono di compensare la mia scarsa flessibilità. E' l'ascella pezzata che si intravede nella foto (il prossimo che mi dice che a yoga non si fa fatica lo trascino ad una lezione con Tess...).
Ma è yoga e lo potete vedere dalla mia faccia, non sentite il respiro, ma io ci sono e sono lì, mi ascolto, mi guardo ad occhi chiusi, mi spingo un po' oltre ogni volta e soprattutto NON GUARDO GLI ALTRI!
In questo gruppo non c'è competizione, c'è una silenziosa comprensione reciproca. C'è chi ha male alle cervicali, chi ha problemi alla spalla, io mi "incricco" ogni due per tre e poi ci sono i fenomeni che sembrano essere nati e cresciuti con il piede sinistro incrociato dietro il collo... si, ci sono anche loro!
Gli esercizi di coppia si fanno senza problemi, ci si tocca, ci si sfiora, il tutto anche se di fatto parliamo davvero poco.
E per una come me, così poco fisica nelle relazioni, è davvero un passo oltre. Un altro.
Il mio unico rammarico è legato alle lezioni che perdo, al fatto che non sempre riesco a dare continuità e a volte vorrei fare di più. Ma è tempo libero e come ho già detto è merce rara.
La cosa meravigliosa sono le sensazioni: il sentirti rigida e legata all'inizio della pratica e così morbida e leggera subito dopo. E' sentire veramente la differenza tra il muscolo che ha lavorato e quello che non era in tensione. E' sentirsi albero radicato nella terra durante un esercizio di equilibrio. E' riuscire a guidare il corpo attraverso la mente e la mente attraverso il corpo.
Il tutto facendolo comunque a modo mio.
Dato che l'autoironia è comunque parte di me, la prima cosa che ho pensato quando ho visto questa foto è stata "Tess mi sta usando per convincere che lo yoga è cosa di tutti, se ce la faccio io!".
Poi ho visto la mia espressione e ho capito da sola che il modo in cui io faccio yoga è il mio modo e non è un "se ce la faccio io" ma è un "fallo tuo!". Fallo alla tua maniera, fallo per i tuoi motivi, fallo perchè lo vuoi tu e questo è un insegnamento che vale per tante cose nella vita.
Un grazie a Tess per avermelo fatto capire. E anche per il fatto di riconoscere i miei piccoli successi. Aiuta sempre, aiuta tanto.
Se volete conoscerla di più, la trovate su FB, su twitter o in rete. Cercate "Lotus Pocus".
Sono anch'io un allieva di Lotus Pocus. Mi è piaciuto molto quello che hai scritto, come l'hai scritto e soprattutto mi hai fatto vedere lo yoga in un'ottica che non avevo preso in considerazione e nella quale invece scopro di ritrovarmici in pieno. :)
RispondiEliminaElena
Grazie Elena!
EliminaGrazie Emanuela, per questo bellissimo post! Mi è piaciuto tanto quello che hai scritto e sul accettazione e l'auto ascolto! Anche quello che hai detto del gruppo - del contatto e della mancanza di competività - è proprio così. Ho persone che mi chiedono per lezioni individuali ma per me praticare in gruppo è tutto un'altra cosa, un energia diversa. Communque tornando a te:-) per me quello che fai sul tappettino non è "diversamente yoga" ma proprio yoga "vera". Vai avvanti così!!!
RispondiEliminaTess
grazie!
EliminaQui tiro un sospiro lunghissimo e profondo, non sai quanto desideri fare yoga, però fra mancanza di strutture serie nel mio paese e impossibilità di ritagliarmi del tempo per fare anche questo continuo a rimandare. Pazienza.
RispondiEliminaPS: non abbandonare il tuo blog....