Sono state 2
settimane intense dal punto di vista intellettuale. Topofede si è sparato quasi
ogni sera tutti i dibattiti possibili ed immaginabili, perché mamma doveva
votare e voleva capire un po’ di più.
Sbuffava,
giocava con il telefonino fino a quando le mie urla diventavano ultrasuoni,
chiedeva insistentemente di guardare “The Big Bang Theory” e non la smetteva di
parlare. In tutto questo trambusto però la tv rimaneva sul programma politico e
qualcosa tra un disturbo e l’altro filtrava nella sua testa e veniva
rielaborato.
Come
rielabora un ragazzino di 11 anni (quasi 12) senza filtri.
Senza
pregiudizi.
“Mamma, ha
sbagliato il verbo”. In genere il congiuntivo, lo sappiamo. Una cosa del genere
per lui non è indolore: in casa viene corretto, a scuola almeno tre segnacci in
rosso e punti in meno sul voto finale. Il suo commento quindi è lineare: perché
sudo lacrime e sangue sulla grammatica, quando i politici poi vanno in tv e la
grammatica non la sanno?
“Non
capisco”. Ci sono tante cose che non capisce. E sinceramente non le capisco
nemmeno io. Perché il suo compagno filippino e la sua compagna cinese per lui
non sono un problema ma per tanta gente si? Perché la gente si accanisce contro
chi scappa dal proprio paese in guerra? Tu non scapperesti al loro posto? Perché
si possono avere soldi dallo Stato senza lavorare? Perché dovrei essere contro
l’Europa quando tu (madre) mi racconti sempre di quanto è stato bello per te da
ragazza scoprire che i paesi vicino al tuo non avevano più confini? Adesso
vogliono rimettere quei confini? E per me cosa significa?
“Non ha
risposto alla domanda”. Chiaro, no? Il giornalista o il moderatore fanno una
domanda, l’interlocutore di turno la maggior parte delle volte non risponde. E
io in casa a predicare: se ti faccio una domanda, mi devi rispondere. E poi la
tv mi smentisce.
“Perché si
parlano uno sopra l’altro?” Di nuovo, io e la scuola predichiamo il rispetto,
l’ascolto attivo e passivo, il dibattito a due vie. Poi veniamo travolti da una
campagna elettorale fatta di insulti, urla e accuse personali (da tutte le
parti!). Quindi? Come fanno queste persone maleducate a rappresentarci?
“Mamma, chi
voti?” “Sinceramente non lo so. Credo che deciderò sul momento, come per fare un
tuffo nell’acqua gelata”
“Mamma, chi
hai votato?” “Ho votato per te, nel senso che la mia responsabilità oggi è
costruirti il miglior futuro possibile, ho ascoltato i tuoi pensieri e ho
scelto chi si avvicinava di più a quelli”
“Se eri così
confusa perché hai votato?” “Per rispetto delle persone che prima di noi in
Italia non potevano farlo. O che ancora oggi non possono farlo in alcuni paesi
del mondo. Perché ogni tanto si è costretti a scegliere anche se non si vuole
farlo e mi prendo comunque la responsabilità della mia scelta.”
“Hai vinto o
hai perso?” “Non lo so, te lo dico alle prossime elezioni”
“Stasera
guardiamo ‘The Big Bang Theory’?” “Certo che si!”
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