martedì 28 maggio 2013

DIVERSAMENTE YOGA

Non è la prima volta che ne parlo, dei miei inizi con lo yoga e della grande Tess ho già fatto menzione qui.
Quello che non ho ancora raccontato è legato alle fotografie che Tess ci fa durante la lezione, che cerco disperatamente dopo la pratica e che mi dicono tanto su di me, su come faccio yoga e sul perchè lo voglio fare.
Sicuramente, come in tutte le cose che faccio, l'incontro con le persone giuste e con l'ambiente giusto fa molto - in fin dei conti rubo un'ora di tempo libero alla mia settimana e, considerato quanto sia merce scarsa da queste parti, deve assolutamente farmi stare bene dentro e fuori - ma adesso sta diventando una cosa mia, una sfida a me stessa e ai miei limiti, una celebrazione di piccoli successi raggiunti da misurare con il millimetro, ma soprattutto  ACCETTAZIONE.
Accettare sè stessi non significa rinunciare a fare di più, almeno non per me, significa essere consapevoli che la mia base di partenza è diversa e forse per questo motivo il mio cammino può essere più lento e lungo, ma non per questo meno interessante o indirizzato alla stessa meta.
E' diverso, è diversamente yoga.
Diversamente yoga è quello che vedete nella foto, è la mia posizione così poco plastica, è l'uso degli "ausilii" che mi permettono di compensare la mia scarsa flessibilità. E' l'ascella pezzata che si intravede nella foto (il prossimo che mi dice che a yoga non si fa fatica lo trascino ad una lezione con Tess...).
Ma è yoga e lo potete vedere dalla mia faccia, non sentite il respiro, ma io ci sono e sono lì, mi ascolto, mi guardo ad occhi chiusi, mi spingo un po' oltre ogni volta e soprattutto NON GUARDO GLI ALTRI!
In questo gruppo non c'è competizione, c'è una silenziosa comprensione reciproca. C'è chi ha male alle cervicali, chi ha problemi alla spalla, io mi "incricco" ogni due per tre e poi ci sono i fenomeni che sembrano essere nati e cresciuti con il piede sinistro incrociato dietro il collo... si, ci sono anche loro!
Gli esercizi di coppia si fanno senza problemi, ci si tocca, ci si sfiora, il tutto anche se di fatto parliamo davvero poco.
E per una come me, così poco fisica nelle relazioni, è davvero un passo oltre. Un altro.
Il mio unico rammarico è legato alle lezioni che perdo, al fatto che non sempre riesco a dare continuità e a volte vorrei fare di più. Ma è tempo libero e come ho già detto è merce rara.
La cosa meravigliosa sono le sensazioni: il sentirti rigida e legata all'inizio della pratica e così morbida e leggera subito dopo. E' sentire veramente la differenza tra il muscolo che ha lavorato e quello che non era in tensione. E' sentirsi albero radicato nella terra durante un esercizio di equilibrio. E' riuscire a guidare il corpo attraverso la mente e la mente attraverso il corpo.
Il tutto facendolo comunque a modo mio.
Dato che l'autoironia è comunque parte di me, la prima cosa che ho pensato quando ho visto questa foto è stata "Tess mi sta usando per convincere che lo yoga è cosa di tutti, se ce la faccio io!".
Poi ho visto la mia espressione e ho capito da sola che il modo in cui io faccio yoga è il mio modo e non è un "se ce la faccio io" ma è un "fallo tuo!". Fallo alla tua maniera, fallo per i tuoi motivi, fallo perchè lo vuoi tu e questo è un insegnamento che vale per tante cose nella vita.

Un grazie a Tess per avermelo fatto capire. E anche per il fatto di riconoscere i miei piccoli successi. Aiuta sempre, aiuta tanto.

Se volete conoscerla di più, la trovate su FB, su twitter o in rete. Cercate "Lotus Pocus".

martedì 21 maggio 2013

LA RICETTA PER ESSERE FELICI?

Non è un giorno particolare per fare bilanci, non è un momento topico della vita, non una ricorrenza.
Come al solito - e come mi piace che sia - la mia vita e la mia voglia di scrivere è molto legata alle coincidenze.

Oggi mi è caduto l'occhio sul post di un'amica che mi ha portato sul blog di un'altra persona che non conoscevo e questa persona parla di piccole felicità.
Cos'è una piccola felicità (o una felicità che costa poco se vogliamo tradurre letteralmente)?
E' prima di tutto la capacità di vedere in piccolo e gioire in grande.
E' la voglia di farsi strappare un sorriso anche nel giorno più buio.
NON E' focalizzarsi sul piccolo senza vedere il grande, è saper godere di ogni piccolo istante proprio perchè è stato un istante così.

Tanto tanto tempo fa, quando ero più giovane ma diversa dentro, attraversai un brutto periodo, uno di quei periodi che visti da fuori qualcuno potrebbe etichettare come depressione, non ero più capace di essere contenta, non ero più capace di sorridere, mi alzano stanca e con la voglia di rimanere a letto... Un giorno mi guardai allo specchio senza riconoscere la persona che avevo di fronte e il mio spirito razionale si ribellò!
Sulla carta avevo tutti gli elementi per godermi la vita: il lavoro andava benone, la vita sentimentale era stabile (sic!), avevo amici, risorse, occasioni ma NON SAPEVO come capitalizzarle.
Capii da sola - questo perchè personalmente rifiuto l'aiuto terapeutico (ma vale solo per me, perchè sono fatta così, lo riconosco utilissimo in generale) - che non ero in grado di vivere momento per momento, che per me la vita era solo un lungo percorso che non si fermava mai e caso voleva che invece in quel particolare periodo storico non stesse accadendo niente di particolare nella mia vita, mi annoiavo, mi sembrava di non fare niente di utile, di costruttivo...
E così sperimentai la mia personale soluzione.
Mi comprai una piccola agenda e mi obbligai a scrivere giorno per giorno almeno una cosa buona che mi era successa. E se non era successo niente di buono (a volte capita) mi regalavo un cioccolatino oppure mi facevo un bagno caldo.
Insomma, mi regalavo una piccola felicità ogni giorno. E scrivendola nero su bianco, il giorno dopo o la settimana dopo non potevo mentire a me stessa dicendo che non avevo avuto niente perchè tutte le piccole bontà della mia vita erano lì in fila una dietro l'altra. Inizialmente le annotavo e basta, poi dopo un mese mi fermai a leggerle.
Scoprii così che ero capace di farlo, di essere felice.

Felicità è una parola grande, ma è soprattutto uno stato d'animo. Essere contenti e soddisfatti non basta, bisogna aprire il cuore con coraggio e dirselo in faccia... "sono felice!".
E non deve essere per forza una cosa di lungo periodo, a volte basta un attimo per dare una svolta.
Ma ancora una volta bisogna avere il coraggio di essere felici fino in fondo.
Non ha niente a che fare con l'accontentarsi di ciò che si ha, certo se le aspettative sono minori il raggiungimento dello stato giusto è più facile, ma a che fare con il riconoscimento, la consapevolezza.
Potrei essere più felice di così? Dipende, forse sì.
Ma perchè misurare la felicità? E' più importante gustarsela fino in fondo.

Oggi è tutto più facile (per chi conosce la mia vita potrebbe essere una sorpresa questa mia affermazione).
Da quando è nato mio figlio, ho re-imparato da lui a guardare il mondo delle piccole grandi cose: a volte basta solo un'ora al parco per cambiarci l'umore oppure concludere la cena con le fragole. Piccole cose da gustare appieno, riempirsi la vita con una risata che nasce dal profondo.
Fermarsi un attimo a dirsi "questa cosa mi rende felice" ed avere l'energia per approcciare il domani con curiosità.

ESERCIZIO, ESERCIZIO

No, non sto parlando di esercizio fisico... quello fa per me ma solo fino ad un certo punto.
E' l'elasticità della mia mente che mi interessa in questo periodo. Raccolgo spunti, approccio cose nuove, seguo il filo di nuovi pensieri per vedere dove mi possano portare.

Ed è proprio nell'ambito di questi innumerevoli esercizi che oggi ne condivido qui una parte, per farmi ascoltare da chi passa a leggere queste pagine.
L'esercizio mi è stato suggerito da una life-coach nell'ambito di un programma dedicato ai 5 sensi. Se volete saperne di più, la trovate qui, ne vale la pena.

La musica è cosa seria per me, vi sto offrendo un pezzo della mia anima. Se volete ricambiare, siete i benvenuti.

The Playlist

1. La canzone della mia infanzia -> Carissimo Pinocchio
2. Quella che amavano i miei genitori -> Non ho l'età (mamma), Guarda che luna (papà)
3. Quella legata alla mia prima storia importante -> I will always love you
4. Quella a cui non resisto: devo ballare -> Footloose
5. Quella associata a un viaggio indimenticabile -> Quante volte
6. La canzone/colonna sonora del mio film preferito -> Fame
7. Quella legata all’estate, alle vacanze -> Danza Kuduroooooooooooooooooooooooo (!)
8. Quella che associo al Natale -> The Christmas song
9. Quella di cui so tutte le parole -> Giorni di neve
10. Quella che vorrei far suonare al mio funerale -> Don't leave me this way ;-)

Non è stato facile, per ognuno di questi dieci punti potrei fare una playlist da 10 canzoni... Ma ho deciso che a volte devo fare delle scelte e partire da quelle piccole aiuta.
Potrei riproporre una lista diversa tra una settimana...