martedì 29 ottobre 2013

ELOGIO DELLA PIGRIZIA

Qualche giorno fa una persona speciale è passata da qui e mi ha dato il buon consiglio di non abbandonare il blog.
Non lo sto abbandonando, ma questo mio piccolo angolo è nato in un momento della mia vita in cui non c'era nessuno ad ascoltarmi, proprio quando io avevo tante tante cose per la testa che volevo condividere con il mondo.
Oggi la mia vita è piena in modo indescrivibile: di amici, di interessi, di impegni... Ho bisogno di accedere a tutto stabilendo delle priorità.

BLAH BLAH BLAH BLAH...

Avrei potuto continuare su questa linea di idee e crearmi alibi realistici ma privi di solidità argomentativa.
E quindi prendo una solenne decisione e faccio outing: IO SONO PIGRA!
Io adoro fermarmi, mi fermo fisicamente per aprire la testa ai mille pensieri e alle emozioni.
Io decido di rimanere per un'intera giornata sul divano senza sentirmi minimamente in colpa.
Io guardo mio figlio la domenica mattina e gli dico "oggi non facciamo niente"; lui mi guarda grato e comincia a giocare.
Io arrivo all'ora di pranzo/cena e decido che per nutrirmi posso anche aprire una scatoletta di tonno.
Io guardo la polvere di casa e decido che alla fine non morde...

Cosa c'è di male nell'essere pigri? Se vissuta in modo costruttivo, come momento di riposo meritato per noi guerrieri della vita moderna, e senza malinconia (ma anche qui non sono per la negazione assoluta) è benefica e rigenerante.
Fermarsi significa godersi l'istante, apprezzare il momento, gustare la NOIA (altra parola che fa tanto tanto paura a noi "generazione del dovere").
Decidere di essere pigri significa dare un senso a quell'urlo che può nascere dentro di noi, il "fermate il mondo, voglio scendere" che tutti prima o poi arrivano a pensare... Non serve fermare il mondo, basta fermare noi. Per poi scoprire quando sarà il momento che il mondo è andato avanti ma non è successo niente di irreparabile.

E poi ci sono momenti in cui sono esattamente l'opposto, in cui non posso sopportare la sola idea di rimanere in casa più di un'ora, in cui non riesco a fermarmi nemmeno per dormire.
In questi momenti spesso passo di qui e scrivo parole aeree, a volte non mi rimane il tempo nemmeno per quello.

Passo di qui quando sento di avere qualcosa da dire... e quando mi concedo il tempo di ascoltare quello che ho da dire.