giovedì 22 gennaio 2015

SANT'ANTONI CHISOLER...

"...S'at fè mia al chisol at ven so 'l graner"
Ogni anno il 17 di gennaio ho due appuntamenti importanti: il compleanno del cognato e il chisol.
Si, perchè ogni anno mi alzo, mi rendo conto che è il 17 di gennaio e sento nella testa la voce della nonna Dina che mi dice questa cosa in dialetto mantovano.
A far proprio le pulci, ho scoperto nel tempo che il chisol mantovano non è proprio quello che faccio io, ma è salato (versione magnum della "chisolina" o schiacciatina) oppure neutro con l'uva passa.
Quello che faccio io e che fa parte dei dolci ricordi della mia infanzia sembra invece più una tradizione della provincia bresciana, ma tant'è: la mia nonna lo faceva dolce e a conti fatti è una delle poche torte che adoro.

Non sono la cuoca più brava del mondo. Mio figlio pensa di sì ma semplicemente perchè ho dovuto adattare totalmente la mia cucina ai suoi gusti (e quindi non-cucinare, assemblare materie prime in modo semplice).
E diciamolo, mi imbarazza sentirmi dire dalla maestra "Federico a scuola non mangia perchè dice che sua madre cucina meglio" essendo consapevole delle mie lacune in materia.
Anche se forse a cucinare meglio di Mi-lano Ri-storazione ci vuole veramente poco...

Comunque, il mio chisol piace.
E allora vi regalo la ricetta.

150 gr di burro (niente alternative salutiste, o si fa o non si fa)
170 gr di zucchero
3 uova
350 gr di farina 00
50 gr di fecola (si può anche arrivare a 70 gr ma scendere a quel punto a 330 di farina)
1 bustina di lievito (io uso il Paneangeli, altrimenti che tradizione sarebbe)
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato
latte intero q.b.

Tiro fuori il burro una mezz'ora prima così da farlo ammorbidire.
E intanto accendo il forno a 175°.

Mescolo le uova con lo zucchero con il robot da cucina così da montarle un po'.

A parte con il setaccio mescolo le "polveri": farina, fecola, lievito, sale e bicarbonato.
Una volta setacciate le aggiungo nel robot continuando a mescolare a velocità minima (altrimenti il motore si fa male...) e aggiungo il burro a fiocchi fatti con le dita senza fermare, un pezzetto per volta.

Spengo, lascio riposare per 2 minuti, poi riaccendo e aggiungo il latte a filo fino a quando il robot "non fa più fatica", fino a quando l'impasto è cremoso ma ancora sodo, non troppo liquido.
A questo punto lascio tutto a riposare mentre imburro e infarino per bene la teglia.
Tra i miei acquisti futuri c'è sicuramente un fornetto agnelli, al momento uso una normalissima teglia da forno per ciambelle e il forno.
Non lesinare mai su burro e farina per la teglia, pena il mancato distacco dalla forma una volta cotto!

Verso il composto nella teglia cercando di livellarlo il più possibile mentre lo distribuisco. Se non ci riuscite, lasciatelo lì per un po' che grazie alla fisica si livella da solo (se non lo fa, è troppo denso).

La cosa buona del chisol di mia nonna era la crosta, che nessuno in casa poteva "sbecolare" (ovvero smangiucchiare lasciando agli altri la parte sottostante) tranne mio padre. A casa mia questo privilegio non è concesso nemmeno al Topolo, invece.
Comunque, per fare la crosta basta distribuire sul composto già in teglia dello zucchero, un piccolo velo su tutta la superficie. Niente spennellamenti, niente di niente, fa tutto da sola.
Se invece preferite, potete utilizzare la granella di zucchero (versione preferita da Topofede).

Nel mio forno cuoce a 175° per 40 minuti più 5 a forno spento e portellone semiaperto per farlo asciugare un po' di più. In ogni caso, verificate sempre la cottura interna con uno stuzzicadente (io uso quelli da spiedino per controllare bene il fondo).

A piacere si può aggiungere la vanillina, la scorza di limone grattugiata, un po' di rum nell'impasto per farlo più aromatizzato, a noi va bene già così.

Il risultato? Questo!

A questo punto, essendo secco, si accompagna bene "pociato" in liquidi differenti a seconda dell'età o dei momenti della giornata.
In particolare nel latte e nel lambrusco. Ai palati più nobili piace con il malvasia, ma io son contadina dentro e il malvasia lo trovo troppo dolce.

Ha anche la caratteristica di fare tante briciole... da consumarsi consolatoriamente dopo che qualcuno prima di voi si è mangiato l'ultima fetta, a mo' di muesli (e anche qui, latte o lambrusco, fate voi!)

Che dire ancora? E' la torta più facile del mondo, a prova di cuoca inetta (vale a dire, la sottoscritta).

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