Sai, quel giorno di 40 anni fa io me lo ricordo.
Cioè, non mi ricordo che
giorno fosse – meno male che le ricorrenze ormai me le ricorda Faccialibro, soprattutto
in questo momento in cui tutti i giorni sono uguali – però mi ricordo che
giorno è stato per me.
Ero una sua accanita fan (anche se allora bastava dire "lettrice"), le filastrocche le sapevo quasi tutte a
memoria, i suoi racconti erano tutti nella mia testa, i libri anche, avevo letto
già “C’era due volte il barone Lamberto” che mi aveva messo la voglia
di andare a vedere il lago d’Orta (un viaggio per noi della bassa Padana) e andarlo a conoscere, là a casa sua dove lo
immaginavo in uno studio pieno di mobili antichi e con tanti fogli sparsi qua e
là. Il disordine della creatività a portare scompiglio in un ambiente solenne, dove
vedevo il mio eroe passare le sue giornate scrivendo per noi comuni
mortali.
Lui era la mia rockstar. Se qualcuno mi avesse chiesto allora “chi ti
piacerebbe conoscere di famoso?” avrei fatto sicuramente il suo nome. E subito
dopo Mario Pastore.
E gli avrei fatto un sacco di domande, estremamente intelligenti ed
intellettuali come quelle che tipicamente fa una bambina di 8 anni: “sei mai
stato in Inghilprussia?”, “hai mai provato a mangiare l’inchiostro per
diventare più intelligente?” e altre cose così importanti. E sono sicura che
lui avrebbe avuto delle risposte rilevanti, che avrebbero completamente
stravolto la mia vita.
Capisci cos’è stato quindi quel giorno per me? Per la prima volta il
crollo dei miei sogni di bambina, la mia rockstar che spariva, non avrei più potuto
incontrarlo e parlare con lui.
Un sentimento così importante verso un personaggio pubblico l’ho provato solo anni dopo, alla notizia della
morte di Freddie Mercury.
Per questo motivo fin da quando ne hai memoria ti ho sempre portato ad
incontrare gli autori dei tuoi libri preferiti dove possibile e – credimi - mi sono
sempre emozionata come te quando avevi l’occasione di fare la tua domanda, di
avere il loro autografo su un libro, di guardare loro negli occhi anche solo
per dire “grazie”.
Ecco, anche io avrei voluto la possibilità di dirgli “grazie”. Dei momenti felici che ho vissuto, dei viaggi fantastici che ho fatto senza muovermi dal letto, degli amici incredibili che mi ha dato la possibilità di conoscere, di Giovannino Perdigiorno, di Alice Cascherina… e poi ancora oggi vorrei chiedergli se davvero a forza di stare nell’acqua ti crescono le pinne e diventi un pesce, perché io ci ho provato un sacco di volte ma forse non ci ho creduto abbastanza.
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